Questa mattina siamo scesi a fare colazione con i ragazzi della comunità molto presto, noi perché si doveva partire, loro perché dovevano iniziare le attività giornaliere nell’orto e con gli animali. Prima di uscire abbiamo ringraziato sentitamente Elisa e salutato tutti gli altri con grande affetto. Quando sei in cammino e capiti in posti come questo, quasi spiace andar via. Ho trovato una dimensione a me affine. Una cascina immersa nel verde, un gruppo di ragazzi con grande attaccamento tra loro, possibilità di realizzare progetti semplici, ma che riempiono di soddisfazione. Volgo un’ultima volta lo sguardo e cerco di portare con me tutta l’energia che ho trovato qui. Ci mettiamo in marcia su di uno stretto sentiero che affianca un canale, la rugiada bagna le gambe, il sole è ancora lì nascosto tra gli alberi. Mentre camminiamo arriva un messaggio da Roberto e Silvia, i primi pellegrini che abbiamo incontrato, che dicono di essere a Groppello per la colazione. Li contatto, ci aspettano ad un bar. Le nuove giornate iniziano sempre con belle sorprese. In venti minuti siamo a Groppello e quando li vediamo ci sembra di rivedere amici di vecchia data, anche se in realtà li conosciamo solo da qualche giorno (undici esattamente 🙂 ) Dopo un caffè, riprendiamo il cammino. Seguiamo la strada principale del paese, molti ci salutano e ci augurano buon cammino. I piccoli paesi sono sempre abituati ai pellegrini ed è magnifico, perché ci si sente compresi. All’uscita dal paese la strada diventa sterrata. Si formano piccoli gruppi, in testa Ilaria, Laura e Silvia che pedalano come matte, poi Roberto e Angela e infine io. Canto e mi sento senza pensieri, guardo i pesci muoversi lentamente nel canale e gli uccelli volteggiare nel cielo limpido. Arrivati al minuscolo centro di Villanova d’Ardenghi, quasi sbagliamo strada. Torniamo sui nostri passi e poi affrontiamo la salita che entra in paese. Il primo bar è chiuso (meno male che fuori c’è scritto pure oasi del pellegrino), il secondo all’angolo invece no. Entriamo e insieme a noi arrivano due vecchi signori del posto che ci intrattengono con barzellette e battute. Chissà come ci vedono, saremo dei folli? Oppure ritengono sia tutto nella norma? L’atmosfera che si crea però è piacevole, rilassante. Sono le 10.00, il sole scotta. Esco a fumare. Oggi sono in perenne contemplazione della natura attorno a me, delle vecchie case che raccontano una storia tutta loro, delle strade sulle quali non troviamo pellegrini. Lasciamo il piccolo paese e camminiamo verso l’argine del Ticino, fino a scendere vicino al fiume, lungo un sentiero poco battuto, o almeno così sembra dalle piante che intralciano il passo. Controllo la guida per sicurezza ed ho la conferma, fino a Pavia saremo all’interno del parco del Ticino. Stacco tutti e mi ritrovo solo in mezzo alla boscaglia. Non riesco a smettere di pensare ai ragazzi di Exodus, o forse non riesco a smettere di pensare e basta. La testa si muove insieme alle gambe e i pensieri affollano la mia mente, ma non sono paranoie come spesso succede in questi casi. Oggi sento di avere la libertà di pensare a tutto, senza che il ragionamento diventi troppo pesante. Ogni tanto il bosco regala scorci unici sul fiume. Trovo improvvisamente un bar, merenda con cacciatorino a 3 euro, okay, mi fermo e ordino anche un buon bicchiere di vino. Arrivano poi Ilaria e Laura ed infine gli altri. Siamo seduti a mangiare tutti ad un tavolo enorme, non vola una mosca e regna una pace silenziosa, interrotta solo dal canto di qualche cicala e dalle nostre risate. Siamo molto vicini tra noi, c’è armonia e si sente. Dopo un’ora ripartiamo e per la prima volta mi sembra di essere tornato indietro di un anno. Cammino mano nella mano con Ilaria, come sul cammino portoghese, dove ci siamo conosciuti. Parliamo poco, ma ci guardiamo molto. Nei suoi occhi leggo la fiducia che ci ha portato prima a vivere insieme e poi di nuovo in cammino. Sorride lei e sorrido io. Che bella questa vita che ci siamo costruiti, che bella la vita da quando il suo pensiero mi riempie le giornate e il cuore. Non le confesso nulla, ma sono certo di non doverlo fare, sono certo di essere compreso e ricambiato. Sono quasi le 14.00 ed entriamo a Pavia. Aspettiamo Laura e Angela rimaste un po’ più indietro e finalmente ecco il famoso ponte coperto. Troviamo l’ostello e ci sistemiamo. Soliti riti, timbro sulla credenziale, doccia, lavanderia. Facciamo la conoscenza di Andrea e Oscar, due pellegrini milanesi che viaggiano in bici, coprendo delle distanze abbastanza lunghe. Siamo tutti abbastanza stanchi, ma dobbiamo preoccuparci per la cena, così io e Ilaria andiamo in centro al mercato coperto a prendere della verdura e della frutta, mentre Angela gira per il centro e Laura rimane in ostello con i ragazzi. Pavia è svuotata. Pochissime persone per le strade del centro, principalmente turisti o gente di passaggio, i negozi sono quasi tutti chiusi, quelli aperti sono vuoti. Dopol a spesa torniamo in ostello e ci mettiamo a riposare in vista della tappa di domani che vorremmo affrontare quasi tutta durante la mattina. I giorni stanno passando, non mi rendo nemmeno conto di quanti km abbiamo camminato dall’inizio, non mi interessa. Le altre volte che camminavo ci facevo sempre caso, questa volta faccio più caso agli incontri, possiamo dire che la mia strada è scandita dai volti delle persone. Non che la strada non mi dia emozioni, ma credo che aprirsi alle persone mi permetta di portare più ricordi con me.
Ora scappo a letto, perché ormai sono sempre l’ultimo e la stanchezza accumulata inizia a farsi sentire.
D.
Bello il tuo racconto e le tue emozioni. Riconosco sulla tappa i luoghi dove spesso, nella mostra giovinezza, abbiamo scorrazzato con le bici! Non c’era Fb e i videogiochi…c’era il piacere di stare insieme a scambiarci confidenze pedalando nella nostra campagna…A chi vuole risparmiarsi qualche km e avere un po’ più di tempo e meno stanchezza addosso per visitare Pavia, suggerisco , una scorciatoia. Una volta scesi la “costa” di Gropello, non andare a sinistra come indica la freccia, ma proseguire diritto. Si salta Villanova e una salita e ci si ritrova comunque sulla strada che porta al ticino .
Grazie Giovanna per i consigli, spero di portarti con le mie parole fino a Roma e di farti vivere un po’ del mio cammino anche a te. 🙂