Gli incontri che si fanno quando si è in cammino non sono mai incontri casuali. Chiunque attraversa i tuoi passi anche per pochi secondi ti lascia qualcosa di sé e si prende qualcosa da te.
Tutto quello che succede in cammino quindi assume un aspetto particolare. Soprattutto quando cammini da solo. Perché da solo hai poi modo di riconoscere meglio, attraverso i tuoi comportamenti, le diverse persone, anche che quelle sono a casa, che hanno attraversato la tua vita. Quelli che ti hanno ferito, ti hanno reso forte e ti hanno preparato ad essere più attento. Chi ti ha amato, ti ha reso una persona pronta ad aprirsi e a sorridere. Coloro ti hanno trattato in modi gentili, hanno reso più dolci le tue giornate e sicuramente ti hanno insegnato la fiducia nel prossimo. Oggi camminando da solo mi sono reso conto di quante persone camminano dentro di me e accanto a me. Nelle mie parole, nei miei ragionamenti, ho ritrovato i miei genitori, la mia compagna, un po’ di Paolino e di altri amici lontani.
Il percorso da Bari a Mola non è lungo. Paolino dopo essere quasi uscito dall’accoglienza dove abbiamo dormito, ha preferito fare dietro-front ed è tornato in camera, chiedendo di fare un giorno di stop. Mi è sembrato poco deciso, ma, se si è sentito di restare, è perché evidentemente ne sentiva il bisogno. Mi raggiungerà a Monopoli con un treno o con un bus. La prima giornata di cammino sul lungo mare sarà quindi una giornata in solitaria.
Tra i venti che soffiano incessantemente e nuvole che minacciano pioggia, sono partito, ovviamente, dopo la solita colazione al bar. Mi sto lasciando la città di Bari alle spalle, tra una miriade di persone che fanno jogging, pescatori della domenica e signore a spasso con il cane. Mantengo il solito ritmo e cerco di camminare il più vicino al mare possibile. Spesso non seguo il tracciato della guida, perché si allontana troppo dalla costa, cammino anche sulle scogliere quando posso, non mi importa se allungo di qualche km. Raggiunto San Giorgio faccio la prima pausa seduto su un muretto, osservando i vecchi che pescano i polpi.
Osservo i movimenti delle loro mani, vecchi almeno quanto è vecchia la pesca, lo sbattere con forza il povero mollusco sulla roccia per ammorbidirne le carni, agitare poi i secchi con dentro la loro pesca mattutina. Intanto le onde risuonano malinconicamente nell’aria.
Riprendo a camminare quando un vecchio mi ferma e, dall’alto dei suoi 87 anni mi suggerisce di andare in Sicilia a camminare che qui in Puglia non si trova nulla di buono. Sono in disaccordo, gli dico. Poi mi propone quindi cinque massime per vivere al meglio la vita. 1.Mai dire no ad una donna, è una guerra persa in partenza. 2. La migliore risposta è quella che non si dà 3.Non credere ai preti, in quanto dicono “fa quello che dico, ma non fare ciò che faccio”. 4. Raccomandati a Dio, mai ad un uomo 5. Non sposarti mai. Alcune di queste cose le ho già sentite lungo la mia strada, però fa sempre un certo effetto che una persona che non ti conosce si fermi per dirti proprio queste cose. Mi congedo con un sorriso ringraziandolo per i consigli e procedo. Dopo pochi minuti di complanare svolto a destra e poi a sinistra in mezzo ai vigneti. Essendo domenica, nessuno si aggira per i campi. Sono solo, con me stesso. Stacco un paio di piccoli grappoli per gustare un po’ del dolce nettare e canticchio, tanto qui nessuno può sentirmi.
Inizio poi a cercare un posto per la notte. Chiamo il numero di una prima parrocchia che abbiamo sulla lista che ci ha dato Michele a Troja, ma purtroppo dicono di avere i seminaristi in viaggio per la provincia e mi dicono inoltre che, secondo loro, sarà difficile trovare posto, perché quasi tutte le parrocchie di Mola li ospitano. Non mi faccio scoraggiare e provo con il secondo numero, ma purtroppo anche loro rispondono la stessa cosa. Provo a chiamare il monastero delle suore di clausura, ma niente. La risposta è sempre la stessa. Non mi faccio comunque buttare giù. Riprovo al primo numero chiedendo se sanno darmi qualche altra indicazione, visto che ogni telefonata ho ricevuto la loro stessa risposta. Mi consigliano un B&B, dove una signora chiede un prezzo ridotto per i pellegrini. Provo a chiamare, ma la signora mi dice che purtroppo è tutto pieno. Okay, inizio a preoccuparmi un pochino. Nel frattempo inizia a piovere. Decido che devo cambiare le carte in tavola, qualcosa dovrà pur succedere.
Prendo una stradina sulla mia sinistra, che esce di nuovo sulla complanare della super strada, cambio lato e vado verso al mare. Mi riparo sotto ad un ponte per mettere mantella e copri-zaino. Resto lì per qualche minuto, fumo una sigaretta guardando le nuvole sopra di me muoversi rapidamente. Provo a cercare sulla guida e tra le ospitalità commerciali trovo un B&B abbastanza in centro a Mola e chiamo. La signora mi risponde che è fuori città e che non sa se riesce a trovare una soluzione per potermi aprire. Sbuffo, penso di tirar dritto fino a Monopoli, ma sono praticamente altre sei ore di cammino e me ne manca ancora una ad arrivare a Mola. Arriverei stasera alle 18.00, visto che sono le 11.00 passate. Mi passano mille pensieri per a testa. Forse avrei dovuto rimanere anche io a Bari, ma non mi andava di perdere un altro, ennesimo, giorno. Ripenso al cammino fino a qui e, cavoli, ho trovato sempre una soluzione.
Mi rimetto in marcia, sicuro che qualcosa accadrà. Non posso fare altro che affidarmi. Dopo circa mezz’ora, quando ormai sono alle porte di Mola, la signora del B&B mi richiama, dicendomi di aver trovato la soluzione per aprirmi. Arrivo in città e smette anche di piovere. Vedo una coppia di sposi uscire in quell’esatto momento dal duomo. Mi destreggio tra gli invitati in festa con il mio zaino enorme. Arrivo al B&B e l’unico altro cliente, mi apre e mi consegna le chiavi di una stanza.
Doccia veloce e poi mi tuffo nel letto. Non vorrei mai trovarmi qui perchè questo esclude qualsiasi contatto con qualcuno che possa capire ciò che sto facendo. Ma ve beh, meglio di nulla. Ancora in pensiero, mi addormento sul letto dopo aver mangiato. Quando mi risveglio giro un po’ per la città, piccola, ma molto carina. Mi dirigo al porto, a due passi dal centro. Mi gusto il tramonto del sole che scende dietro le case e i palazzi, in silenzio e da solo. Peso a quanto vorrei condividere questi momenti con chi amo, spesso sento tutti al telefono, ma non è la stessa cosa. Avrei bisogno di un abbraccio. Uno di quelli profondi. Avete mai pensato al potere di un solo abbraccio al momento giusto? Cammino lungo il molo e mi faccio forza, mi consolo dicendo che un po’ di malinconia ci sta. Ormai non ci vediamo da molti giorni, da quando, a Roma, ci siamo salutati prima del loro ritorno a casa. Un giorno così, anche se sono sulla Via Francigena, ogni tanto è normale. Domani di sicuro andrà meglio. Splenderà il sole e splenderà anche dentro di me.
Solamente malinconico.
D.