Forse certe sere sono troppo stanco per scrivere. Forse alcune volte dovrei solo vivere e non pensarci, ma poi…poi quando arriva il momento di appoggiare la testa sul cuscino scatta in me (come in molti di voi, credo) il momento dei bilanci giornalieri.
Penso che ognuno si debba contornare di persone che facciano star bene. Che facciano ragionare. Che facciano crescere un di un poco la persona che siamo. Non è un obbligo. Ma credo che abbiamo tutti il diritto/dovere di provarci, almeno. In base a questo criterio scelgo le persone che mi stanno accanto, in cammino, come nella vita, anche quando viaggio sostanzialmente solo. La giornata di oggi è una di quelle che si sbrigano in una mattina. Basta , come sempre, come in ogni cosa, un po’ di buona volontà. Poi oggi si arriva al Mar Adriatico, dopo 60 giorni di viaggio, mi sembra un piccolo traguardo. La sveglia, vista la brevità del tracciato di oggi, non è suonata presto come al solito, anzi, direi che siamo partiti per le 8.00 abbondanti tra colazione e tutto il resto. La prima parte della mattina è scorsa via liscia. L’uscita da Bitonto, seguendo Via Balice, è stata come quella di qualsiasi alta grossa città. Prima la periferia, fatta di grossi palazzi. Poi una piccola zona industriale e infine campi coltivati. Nonostante sia sabato, molta gente è al lavoro tra le coltivazioni.
Chi pianta, letteralmente, complessi sistemi d’irrigazione, chi pianta giovani piantine e chi invece vendemmia. Tra le città della provincia di Bari, ogni terreno è sfruttato. Tra me e Paolino sembra essere una di quelle mattine in cui si ride e si scherza. Camminiamo mentre, ascoltando musica, salutiamo le persone impegnate nello joggin da week end. Loro tutti vestiti tecnici per un’ora o poco più. Noi quasi stanchi di indossare sempre le stesse maglie, lavate e rilavate, da giorni. Arriviamo nei pressi del quartiere San Paolo di Bari e Paolino inizia a lamentare che la mappa ci obbliga a fare un giro senza senso. Spesso, quando la distanza da percorrere è così poca, io non guardo nemmeno il giro che ci fa fare. Invece lui controlla minuziosamente il tracciato sul navigatore. Ogni tanto risparmiamo tempo, ogni tanto mi sembra tempo perso. Se camminassimo senza controllare, almeno nel caso odierno, forse ne risparmieremmo di più. Poi oggi arriviamo al mare. Solo questo mi dà la forza di camminare con sempre più convinzione. Affrontato il fatidico giro, ci fermiamo sotto il portico di una banca con vista aeroporto. Mangiamo qualcosa e qui Paolino decide che per oggi la sua giornata è finita. “Prenderò il treno e il bus, ci vediamo a San Nicola tra due ore” queste sono state le sue parole, così ho continuato da solo. Per me è importante fare tutto a piedi.
Non è una sfida con me stesso. Semplicemente non mi sarei messo in cammino se, ogni volta che il tracciato non rispetta qualche mia idea, avrei dovuto prendere i mezzi. Poi mi perderei il bello e il meno bello di quello che il nostro paese ha da offrire. Per strada si incontra molta gente, più che sui mezzi. Il suo problema di oggi, se davvero ce ne dovesse essere uno, è la periferia di Bari. Troppo brutta da camminare. Meglio saltarla con i mezzi. C’è chi fa questo anche lungo il Cammino di Santiago, per l’entrata a Roma e per l’uscita da Porto lungo il Cammino portoghese. Io no. Io me la sono sempre sentita di camminare. Ho fatto zone industriali, la trionfale, ogni zona cosiddetta brutta, mentre sono in cammino, l’ho sempre affrontata sulle mie gambe. Nulla da obiettare, ognuno fa la sua scelta. Però credo che nella vita non esistano solo le cose belle, per questo decido sempre di camminare queste zone. Paragono spesso i cammini ad un condensato di vita, con i suoi momenti, belli e brutti. Eccomi quindi passare sotto alla ferrovia e poi sotto alla super strada per essere finalmente di fronte al mare.
Percorrendo il Lungo mare IX Maggio, pieno di lavori per sistemare il lato pedonale, mi sono sentito un po’ tradito da questa scelta, ma appena ho potuto, ho tolto le scarpe e mi sono buttato in spiaggia, camminando con il mio fidato bastone, direttamente nell’acqua. La piacevole sensazione che ho provato non la posso descrivere, ma vi posso giurare che il mio sorriso brillava come una stella in quel preciso momento.
Tanto che quando ho ripreso il lungo mare un signore mi ha fermato ed ha voluto sapere tutto di me. Poi è finita che mi ha regalato due prugne e una barretta ai cereali che aveva in tasca. Un altro invece mi ha scattato delle foto e mi ha detto che la bella giornata con cui Bari mi ha accolto è solo per me, che me la merito tutta. Sorrido, anche questo è un piccolo obbiettivo raggiunto per me. Dalle Alpi al Mar Adriatico. Mentre cammino per andare a San Nicola mi arriva un messaggio da Paolino. Purtroppo sul bus che ha preso, senza biglietto, ha ricevuto una multa dai controllori. Mi spiace per lui, ma il mio messaggio di risposta, oltre che una foto del mare, è stato che il mio consiglio era di camminare. Avrebbe risparmiato, non tempo, ma di sicuro soldi. Ci ritroviamo davanti alla basilica di San Nicola che si presenta magnifica ai miei occhi.
Fa da capolinea al dedalo di piccole vie e vicoli che compongono Bari vecchia. Sembra di essere tornati piacevolmente indietro nel tempo. Un ragazzo mi si affianca e anche lui mi chiede da dove arrivo. La conversazione ormai mi sembra di averla vissuta già mille volte o più, ma, a chi me lo chiede, incuriosito dal mio andare, non nego mai sorrisi e risposte. Non mi stancherò mai di spiegare quanto è bello camminare lungo tutto il nostro paese.
Non sono l’unico. E’ vero siamo pochi pazzi, però tutti portiamo negli occhi la stessa scintilla. La dolcezza delle nostre città, insieme alla natura che fanno di questo cammino il più particolare dei pellegrinaggi, sono delle cose che attirano tutti quelli che si mettono in cammino come me e come Roberto (un ragazzo che sto seguendo su facebook, però lui è partito da Canterbury). Come Gianni e come Daniela. Altri due pellegrini di cui ho potuto leggere le vicende e che ancora mi aiutano qualche volta consigliandomi le accoglienze e i posti per mangiare. Chi va o è andato oltre Roma capisce ciò che voglio dire. Questa sera andremo a dormire dai padri salesiani redentori, che abbiamo chiamato ieri. Ci hanno detto che c’è una stanza ad aspettarci, ma per ora ci godiamo Bari. Da San Nicola, a Bari Vecchia, al suo porto e ai baresi. Domani sarà un altro giorno e ciò che accadrà, accadrà. Di sicuro non rimango fermo, ma andrò incontro al mio domani, un passo alla volta, un incontro alla volta, un sorriso alla volta.
Con i piedi a mollo, finalmente.
D.