Via Francigena. Giorno 20 – da Pontremoli ad Aulla

Sveglia alle 6.00. Sveglia alle 6.00? “Ma non dovevamo partire prima?” la prima domanda del giorno è stata questa. “Ho deciso di farti dormire un po’ di più perché non ti meriti di dormire così poco, altrimenti come arriviamo a Roma?”. In effetti Ilaria ha ragione, per vivere a pieno tutta la giornata, spesso mi ritrovo a scrivere quando tutti gli altri pellegrini vanno a dormire, sacrificando ore di sonno, ma si sa, quando scrivere è un piacere come potrei dire di star sacrificando qualcosa? Per la prima volta siamo partiti praticamente per ultimi. Roberto, Silvia, Giuseppe e Angela di buon ora, come al solito, hanno lasciato l’ex convento dei cappuccini per incamminarsi verso Aulla. Alberto, stranamente, è partito prima di noi scrivendoci che avrebbe aspettato al primo bar sulla strada. Solo Ilaria e Laura mi hanno aspettato. Devo molto alla loro pazienza e, anche se nei giorni precedenti non posso negare ci siano state delle incomprensioni, come è normale che sia, devo ammettere che sono delle buone compagne di viaggio. Spesso alla sera loro si occupano di me per quanto riguarda la cena, la lavanderia e altre piccole cose che ci dividiamo per attenuare gli sforzi e riuscire a vivere in armonia questo cammino. Ilaria oltre tutto si sta prendendo molta cura di me anche dal punto di vista strettamente fisico della cosa, mi ricorda quanto è importante essere riposato per affrontare al meglio le giornate, mi aiuta nella gestione dei soldi e delle credenziali, come potrei fare senza di lei? Condivide con me la maggior parte del tempo mentre20160817_084942 camminiamo e mi aiuta ad avere diversi punti di vista sulle scelte che dobbiamo prendere, non mi segue, ma piuttosto sta al mio fianco nelle decisioni più importanti, con lei riesco sempre a trovare la giusta direzione in cui incanalare le mie energie. La prima parte del percorso di oggi si snoda sulla statale che collega le città toscane fino alla Liguria, attraversiamo nel silenzio della mattina i paesi di Scorcetoli e Filattiera, dove ritroviamo Alberto. Dopo la lauta colazione arriviamo alla pieve di Sorano e ritroviamo anche il resto del gruppo che, anziché seguire la statale, si è arrampicato su di un colle per visitare un paesino di origini medievali. Insieme ripartiamo e ci immettiamo sulla strada che sale nei boschi diventando sterrata, Ilaria guida il gruppo con passo svelto. In questi posti due anni fa avvertivo in pieno la solitudine che affrontavo cantando per cercare di darmi una parvenza di sicurezza che però non risiedeva mai in me, come invece accade quest’anno. 20160817_102306Giunti a Villafranca, dopo aver visitato il borgo di Filetto, ci fermiamo in un bar dove ci rifocilliamo con pane e salame e birre. Ci la sciamo il paese alle spalle e attraversiamo la statale per spostarci sulla riva destra del fiume Magra percorrendo una strada secondaria a mezza costa che ci porta  a Lusuolo. E’ quasi mezzogiorno ormai e la stanchezza inizia a farsi sentire, sarà che ogni volta che mangio qualcosa poi mi sento assonnato oppure sarà che la strada non ci concede tregua e sale lentamente, ma anche le gambe iniziano a non girare più come al solito. Attraversiamo il borgo e scendiamo sulla strada asfaltata per arrivare a Barbarasco dove effettuiamo un’altra pausa. Gelato per tutti. Manca una sola ora ad Aulla, percorriamo la lunga pista ciclabile che ha sostituito la vecchia ferrovia,  ma mi sento davvero a pezzi, tanto che quando giungiamo all’ostello della parrocchia di San Caprasio quasi mi addormento in piedi. Il prete che ci accoglie è una brava persona, molto alla mano, ci spiega che non capisce come alcune persone non siano fiere dell’Italia, ritenendo che all’estero non siano capaci di fare molte delle cose che da noi sono quasi scontate e lamentandosi delle scarse donazioni che arrivano dai pellegrini che dormono all’ostello. Lo spazio messo a disposizione dalla parrocchia è organizzato splendidamente, molti sono i letti disponibili, i bagni sono nuovissimi e c’è un terrazzo dove ci si può rilassare e stendere i panni. Questa sera mangeremo per la prima volta il menù del pellegrino, ma prima farò una piccola pennica per recuperare sonno, chissà se mi rimarrà tempo per scrivere poi la sera. 20160817_123943Purtroppo iniziano i primi piccoli disagi causati dall’elevato numero di pellegrini che percorrono la Via Francigena in Agosto, i bagni sono lasciati in condizioni pietose e alcuni si fanno docce da mezz’ora o più, senza considerare minimamente le persone che vengono dopo. Questo è un dato di fatto, ormai i cammini iniziano a essere più una moda che un metodo di vacanza alternativa, con un baso impatto ambientale ed economico, così molte persone che fino all’anno scorso andavano al mare ad oziare tutto il giorno, si ritrovano a fare i comodi loro lungo gli ostelli per pellegrini lungo la Via, lasciando pochissimi euro come donativo. Mi dispiace che alcune accoglienze come questa potrebbero risentire di questa scarsa considerazione da parte degli ultimi arrivati, perché se, in futuro dovessero chiudere o cambiare, sarebbe un danno comune a molte persone che apprezzano davvero il lavoro fatto dai vari volontari che permettono alla Via di esistere. Per cui se vi sentite di mettervi in cammino, accettate un consiglio, il pellegrino condivide senza pretendere, si adatta alle diverse regole dei posti dove viene accolto e non deve pensare di poter arrivare all’ora che vuole o lasciare i posti dove sosta letteralmente uno schifo, perché per la maleducazione di pochi, poi saranno in molti a pagare.

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Con questo non voglio dire che tutti sono così, ma il rispetto e l’amore per i posti come l’ostello di Aulla, nel quale ho avuto la fortuna di sostare da solo l’anno scorso, devono ancora essere sviluppati, così come una coscienza civile, ma di questo ne parleremo più in là.

Scappo a cena al ristorante dopo il ponte sul magra, sperando sia buona come quella di due anni fa.

D.

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