Via Francigena. Giorno 32 – da Ponte d’Arbia a San Quirico d’Orcia

Oggi la Via ci ha presentato strade nuove, nuovi incontri e un maestoso tratto panoramico tra vigneti di  brunello con lo sguardo sempre rivolto verso Montalcino, paese che ha dominato dall’alto ogni nostro passo.

Siamo partiti molto presto dopo essere andati a fare una bella colazione con Roel al bar di Ponte d’Arbia, il sole non era ancora spuntato e per la prima volta l’aria è stata fresca e richiedeva una felpa.

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Lasciato l’ostello abbiamo percorso una strada nuova, diversa da quella di due anni fa, molto probabilmente studiata per l’eroica, una corsa ciclistica tutta su strade bianche che percorre quasi tutta la Val d’Orcia. Il clima perfetto ci ha permesso di mantenere un buon passo, utile per scaldarci e per fare abbastanza strada senza risentire del sole bollente di questi giorni. Roel e Erik appaiati ci precedevano di poco, mentre noi seguivamo a distanza canticchiando e giocando come dei bambini con tutto quello che ci capitava a tiro. Nonostante i tratti in salita, anche Laura, che notoriamente li soffre un pochino, ha tenuto un ottimo ritmo, devo ammettere che in questi giorni sta dando il massimo senza lamentarsi mai. Stiamo guadagnando sempre più una bella intesa tra noi tre, saranno i tanti giorni di cammino, l’abitudine alla fatica e la maggiore conoscenza l’uno degli altri, ma le piccole incomprensioni iniziali ci hanno abbandonato. A Buonconvento, paese noto in passato per essere un posto che dava accoglienza ai pellegrini, ci concediamo la seconda colazione,20160829_091017 anche se un po’ più presto del solito. Proprio ad un angolo di svolta della Via si trova una pasticceria buonissima che ricordavo dall’anno scorso e di cui avevo parlato anche ai ragazzi stranieri, con i quali ci siamo ritrovati proprio davanti.  Lasciato Buonconvento ben rifocillati, prendiamo un sentierino che costeggia infiniti vigneti che ci guida fino al mitico bivio che porta a sinistra a Torrenieri, mentre a destra a Sant’Antimo. Prendiamo a sinistra tra filari di cipressi e cantine del consorzio del brunello che offrono colazioni e degustazioni. 20160829_091345Poi da dietro di noi vediamo arrivare un signore con uno zaino leggero, cammina a passo spedito e scatta molte foto. Inizio a parlarci e si rivela essere una persona molto simpatica e alla mano. Mi aggancio a lui, distaccando di poco le ragazze, la sua presenza di dà tranquillità, abbiamo lo stesso passo e, mentre mi racconta della geografia del luogo ci apriamo piano piano l’uno con l’altro. Si chiama Mauro, ha circa 50 anni e fa il vigile urbano. Oggi farà solo il tratto che Ponte d’Arbia arriva fino a San Quirico per scattare qualche foto. Gli racconto un po’ del nostro viaggio, delle mie esperienze in Giappone e Nepal, lui rimane molto sorpreso di come un ragazzo così giovane (giovane si fa per dire) abbia già girato così tanto. Gli spiego che anche se sembrano necessari tanti soldi, penso di essere una persona che sta imparando a vivere di poco. Apprezza il nostro progetto di viaggio di quest’anno, invidia la nostra capacità di rinunciare a molte comodità per metterci in cammino, il fatto che abbiamo passato già più di un mese in giro lo affascina. Dal dentro tutto ci sembra facile, ma ammetto che da fuori possa non sembrarlo, eppure siamo qua. 20160829_112114A Torrenieri ci fermiamo per un caffè e lui con noi. Ormai oggi siamo compagni di viaggio. La facilità con cui le persone che ci conoscono un pochino si legano a noi ha dell’incredibile. Non abbiamo niente di così speciale, saranno i nostri sorrisi, la nostra facilità nel dire che veniamo da lontano, ma che non ci sentiamo assolutamente differenti da chi cammina anche per un giorno, deve mettere a proprio agio le persone, forse è proprio per questo che abbiamo avuto intorno già così tante persone. Dopotutto, come diciamo sempre, è solo questione di voglia e di tempo, questo è un viaggio che chiunque può fare, basta informarsi un attimo, preparare lo zaino, rendendosi conto che più pesa, maggiore sarà la fatica, e partire. In fondo la vera essenza di ciò che stiamo facendo è tutta qui. Tutto ciò che mettiamo nello zaino oltre all’essenziale è la nostra paura di farci cogliere impreparati di fronte all’imprevedibilità della vita. Ma una vita tutta programmata, senza deviazioni dell’ultimo minuto, non ha il sapore di una minestra riscaldata giorno dopo giorno? Ridiamo e scherziamo su quanto possa essere difficile fare una scelta come la nostra, o viceversa come la sua, anche se alle volte ne si è costretti da responsabilità dalle quali non ci si può sottrarre. Quando ripartiamo da Torrenieri la temperatura supera abbondantemente i trenta gradi. 20160829_092022Per fortuna un ragazzo che lavora per le vigne ci regala una bottiglia di acqua ghiacciata. Quando arriviamo a San Quirico d’Orcia siamo esausti. Ci rifugiamo al bar centrale del paese e ritroviamo Roel e Daniela che pranzano. Salutiamo Mauro che prende un bus per tornare verso Ponte d’Arbia e ci accomodiamo i due pellegrini che ci hanno preceduto. Birre e panini anche per noi, tanto l’ostello apre alle 16.00 e abbiamo un po’ di tempo. dopo mangiato visitiamo un po’ il centro di San Quirico, piccola parla nel cuore della Val d’Orcia. Le chiese e le piazze sono molto ben curate e la Via Francigena è uno dei motivi di attrazione maggiori del posto. Poco dopo anche Roel ci deve salutare per proseguire verso Gallina, così anche con lui soliti riti, scambio di contatti, abbracci e gli lascio anche il mio numero di telefono dicendo lui che di qualsiasi cosa necessiti sarò lieto di poterlo aiutare. La Via Francigena dopo Siena cambia, sarà l’ingresso in una parte del percorso meno urbanizzata e più naturale che spinge i pochi pellegrini ancora in cammino ad essere più solidali e avvezzi anche ai saluti. Oggi abbiamo salutato altre due persone, di cui una appena incontrata, ma sicuramente non meno interessante di chi viaggia da molto. Noi stiamo sviluppando una stretta amicizia che ci aiuta nell’affrontare le parti più dure del percorso, come l’ultima salita di oggi, l’empatia cresce strada facendo e ci sentiamo uniti. Se personalmente sono arrivato qui un po’ lo devo ai miei ricordi, un po’ alle mappe, ma sicuramente molto lo devo alle mie compagne di viaggio, capaci di sopportare ogni mio momento no.

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Domani a Radicofani e sarà dura, ma prima Bagni San Filippo, terme. 🙂

Non vedo l’ora.

D.

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