Sveglia prestissimo, perché la tappa prevista per oggi era molto lunga. Fermin era già sveglio quando mi sono alzato, anche se ieri gli avevamo detto che ci saremmo arrangiati da soli per la colazione. Certe persone il ruolo da ospitaleri lo sentono come una missione da portare a termine e prendersi cura dei pellegrini è la loro missione.
Lasciamo l’ostello tra grandi abbracci e ringraziamenti, poi ci mettiamo in cammino con la luna ancora alta nel cielo. Cammino con la mia compagna e ascoltiamo Eddie Vedder, cantiamo e seguiamo la strada nel bosco, dietro a tutti gli altri. Quando le mattine iniziano così potrei essere diretto persino all’inferno e ci andrei con il sorriso sul volto. Invece stiamo salendo al paesino di Piazzano, tra le sue meravigliose viuzze, per poi scendere dall’altra parte e dirigerci verso Lucca. Appena sorge il sole ci attacchiamo letteralmente ad Alice. Leggiamo delle poesie e parliamo tutti e tre di cosa ci aspettiamo dalla vita, dai prossimi cammini e dalla Via Francigena stessa. Intanto la strada sotto i nostri piedi scorre, come i pensieri nella nostra testa. Uno dei segreti di camminare molto è permettere a ciò che ti passa per la testa di uscire in qualche modo dal corpo e, perché no, forse proprio di uscire ed essere consumato dai piedi. Arrivati a Lucca entriamo in un bar per la colazione, prima di stenderci per almeno un’ora o più nella piazza della chiesa di S. Michele. Che bello sentirsi tutti uniti come lo siamo oggi, i sorrisi e la luce che dipingono i nostri volti sono unici e collegati tra di loro. Camminare dà tanto, non lo so spiegare bene, ma riesce a darti davvero tanto. Dopo poco sopraggiungono anche Angela e Paolo. Poi anche Mirko, il responsabile pastorale del paese di Valpromaro. Ridiamo e scherziamo, come è nostra abitudine fare; penso che anche Mirko che ci conosce poco lo abbia capito, infatti si offre di farci da guida dentro al duomo di Lucca, ma purtroppo quasi tutti rifiutiamo perché siamo ancora troppo indietro e la tappa di oggi è abbastanza Lunga. Solo Angela e Paolo accettano, così ci separiamo ancora. Noi proseguiamo verso Capannori. Lungo la strada Alice inizia a controllare a quale stazione potrebbe prendere il treno che la riporterà a casa. La cosa un po’ mi intristisce, dopo tutto si è amalgamata molto bene al nostro gruppetto di pellegrini casinisti quali siamo. Intanto il sole inizia davvero a scottare. Ci fermiamo a mangiare e bere qualcosa e, dopo circa una mezz’ora ecco che ci raggiunge nuovamente anche Angela. Paolo è tornato indietro a riprendere la macchina, visto che viene solo a farsi qualche pezzo della Via con Angela. Ma tanto lo incontreremo nuovamente a Porcari, perché verrà a portare i plantari delle scarpe che Alberto ha lasciato all’ostello a Valpromaro. Riprendiamo il cammino e scegliamo di seguire la Via Francigena tracciata dai cartelli marroni e bianchi e rossi. Mi stacco e avanzo un po’ più veloce degli altri, non sono d’accordo di seguire questa strada perché allunga di parecchio il percorso che dobbiamo fare per arrivare fino a Porcari. Due anni fa, seguendo la vecchia guida, avevo fatto un pezzo di statale e poi via tutta dritta fino a sbattere lo sguardo dritto in faccia alla chiesa di Porcari. Questo nuovo percorso porta prima tra i campi e poi in mezzo ad una zona industriale molto trafficata. Camion e auto sfrecciano accanto a noi, al che, stupidamente, permetto al nervoso di impadronirsi dei miei pensieri. Quando mi capitano tratti del genere, sui quali non ho opzione di scelta, alla fine mi arrabbio, ma in fondo voglio rimanere con il gruppo, per cui devo fare buon viso a cattivo gioco, anche se non è proprio nelle mie corde. Arrivo a Porcari per primo e ritrovo Paolo, parlo un po’ con lui, mentre gli altri arrivano pian piano. Appena arriva Alice mi dice che si era preoccupata e aveva pensato che io volessi tirare poi dritto fino ad Altopascio senza salutarla. Ma come potrei mai amica mia pellegrina permettermi di farlo? Ho trovato in lei una persona speciale, libera e molto matura. Sono davvero contento che, anche se per pochi giorni, sia entrata nella mia vita con la sua gentilezza e genuinità e caratterizzando i km percorsi insieme. Ripartiamo da Porcari. Mancano ancora 5 km, ma per fortuna Ilaria cammina con me. Discutiamo su come dovrei imparare a gestire il mio nervosismo, mentre lo facciamo i nostri passi diventano veloci e ci mangiamo letteralmente la strada che ci manca fino a Piazza degli Ospitaleri ad Altopascio, dove si trova l’ostello per questa sera. Una volta arrivati, conosciamo il volontario che accoglie i pellegrini, il signor Brillante. Dopo averci timbrato le credenziali, ci porta nella nostra camerata dove incontriamo di nuovo Luca e conosciamo Daniela, una ragazza tedesca di 31 anni che viaggia sola. Altopascio è uno splendido paese; pensate che viene chiamato il paese del pane, infatti i forni e i panettieri abbondano e le focacce e le schiacciate sono un prodotto tipico di questi posti. La sera ci rifugiamo presso un ristorantino vicino all’ostello, dove ceniamo insieme a Luca e Daniela. Luca è un ragazzo molto simpatico, ha un sorriso contagioso e solare, potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio per i prossimi giorni. Ma forse noi siamo troppo lenti per lui, magari lo potremo ritrovare alla fine delle tappe se queste dovessero coincidere.
Parlare con la mia compagna mentre cammino mi rilassa, riesce sempre a farmi ragionare e a spegnere ogni mio piccolo dubbio.
Scappo a letto, anche se vorrei scrivere ancora molto.
Stanco, ma illuminato.
D.